Nonostante ci troviamo nella patria della dieta mediterranea, incoronata come modello alimentare ideale per il suo ruolo preventivo in ambito di salute, cibi grassi e ipercalorici come il junk food ne hanno completamente oscurato i benefici nel nome di una maggiore palatabilità, praticità e basso costo. Molto spesso è proprio a causa di una vita frenetica che i genitori orientano la scelta degli alimenti da portare a tavola verso questo tipo di prodotti, che incontrano solitamente il gusto dei figli. Questi cibi, oltre ad essere caratterizzati da un alterato rapporto tra macronutrienti, sono anche impoveriti di vitamine e sali minerali a causa dei molteplici processi di trasformazione cui sono sottoposti prima di giungere a noi.
Un consumo eccessivo di cibo spazzatura è correlato all’insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete, ponendo le basi anche per lo sviluppo di obesità e patologie correlate. Negli ultimi 20 anni, infatti, la percentuale dei bambini in sovrappeso è aumentata di circa il 50%. Le esigenze nutrizionali dei giovani sono determinate in primis dalla crescita improvvisa che avviene nella pubertà, in particolare tra gli 11 e i 15 anni per il genere femminile, 13-16 per quello maschile.
Se scattiamo una fotografia del quadro nutrizionale in età adolescenziale, l’anemia dovuta a carenza di ferro è una delle patologie alimentari più diffuse, in quanto l’espansione di massa muscolare e volume sanguigno necessita di emoglobina e mioglobina, entrambe proteine costituite da questo minerale, di cui le quantità richieste dall’organismo sono maggiori poiché dettate dall’incremento del peso e dalla comparsa delle prime mestruazioni nelle ragazze.
Un altro minerale necessario al sostegno dell’accrescimento nell’età dello sviluppo è il calcio, costituente base delle ossa e quindi determinante fondamentale della crescita dell’apparato scheletrico. Questo micronutriente interviene anche nei meccanismi di contrazione muscolare e nella coagulazione del sangue, e oltre all’alimentazione, anche l’attività fisica influenza il fissaggio del calcio nell’apparato osseo.
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